Grande SlamUS Open

US Open: The End

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Si è chiuso l’ultimo Slam della stagione che entra di diritto nella storia del tennis e dello sport in generale. Gli occhi del mondo erano puntati sul torneo femminile che avrebbe consegnato a Serena Williams il tanto agognato Grande Slam. Questa prova dello Slam era la più “facile” da vincere per Serena per addetti ai lavori dopo i trionfi a Melbourne, Parigi e Wimbledon; eppure in semifinale ha provato una splendida Roberta Vinci che con la sua vittoria sulla statunitense è entrata di diritto nella storia. In 3 set frantuma il sogno del più grande traguardo che un tennista possa raggiungere con una determinazione che le erano spesso mancate. Magistrale le sue risa di scermo in faccia all’americana in una delle sue ormai consuete uscite di testa che l’hanno portata a sbraitare senza alcun motivo valido. Roberta con un sorriso sarcastico l’ha scherzata e, come se non bastasse, ha iniziato ad aizzare il pubblico come una grande campionessa che richiama a sè la forza di chi le sta attorno. Dopo questa storica semifinale la Vinci ha affrontato un’italiana, una sua conterranea, in finale, evento storico per i colori azzurri: mai 2 italiani si era incontrati in un finale Slam. Davanti al Presidente del Consiglio Matteo Renzi e al presidente del CONI Giovanni Malagò Flavia Pennetta e Roberta Vinci hanno fatto emozionare tutto il pubblico italiano in una partita non del tutto eccezionale caratterizzata dalla tensione evidente che attagliava le nostre tenniste: alla fine ha vinto Flavia, quella che sulla carta era la più forte. Scioccante è stato l’annuncio fatto dalla Pennetta durante la premiazione quando ha annunciato il suo ritiro dal tennis professionistico a fine stagione cogliendo di sorpresa tutti, compreso il fidanzato Fognini che era ignaro della decisione.

Il torneo maschile è stato dominato dai primi della classe: Novak Djokovic e Roger Federer. Nole ha avuto un tabellone senza top 10 fino alle semifinali, ma nonostante tutto ha perso un set contro Bautista Agut e un altro contro Feliciano López, la sua semifinale non è stato un grande spettacolo, caratterizzata dall’infortunio del numero 9 del seeding, Marin Cilic, che nonostante tutto è sceso in campo ma nom poteva fare altro che prendere una lezione severa. Dall’altra parte del tabellone ha brillato particolarmente Roger Federer che grazie ad un servizio straordinario è riuscito ad arrivare in finale senza perdere un set e subendo solo 2 break nel match contro Kohlschreiber. Da registrare l’ennesima delusione da parte di Rafael Nadal capace di farsi rimontare da 2 set a 0 dalla sua bestia nera di questa stagione: Fabio Fognini. Solo nella finale di Miami del 2005 contro Federer era riuscito a farsi rimonartare da tale gap. Tutto questo ha gettato nello sconforto il maiorchino visibilmente provato a fine match e il suo ritorno negli spogliatoi è stata una scena molto triste per tutti gli amanti di questo sport.

La finale ha visto di fronte il più classico dei match tra il numero 1 e 2 del mondo e come era stato a Wimbledon a vincere è ancora Novak Djokovic che ha prevalso alla distanza perdendo solo il secondo parziale, così come era stato in quel di Londra. Il match ha seguito un andamento simile alla finale dei Championships con Nole che è uscito alla distanza con Federer impotente di fronte ad un Nole non eccezionale, ma sufficiente ad annullare il suo tennis e soprattutto il suo servizio. Non sono mancate le ormai famose SABR e  punti spettacolari. Nel finale Federer ha dato la zampata del leone recuperando un break quando tutto ormai sembrava finito, ma non c’è stato modo di recuperare in toto e il match è andato nelle mani del serbo che ha chiuso con il punteggio di 6-4 5-7 6-4 6-4.Una nota di merito va alla giudice di sedia Eva Asderaki che ha saputo fare bene il suo mestiere non sbagliando praticamente mai una chiamata. Una di demerito (per usare un eufemismo) va al pubblico americano che non è stato sicuramente all’altezza dell’evento andato apertamente contro Djokovic con applausi durante il suo turno di servizio ad ogni suo fallo e con fischi indecenti durante la premiazione. Nole, da gran signore, ha soprasseduto ammicando un po’ gli spettatori con i complimenti a Roger, ma nonostante tutto l’Arthur Ashe non ha tributato il giusto onore al campione serbo.

Con questo successo Nole arriva a 10 titoli Slam eguagliando Bill Tilden in questa speciale classifica iniziando a bussare alle porte del Paradiso.