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Il Fantastico Mondo di Federer: Capitolo I, le palline del campione

 

Federer

 

In un sito di tennis che si rispetti non può mancare l’angolo tecnico, con il suo esperto di ruolo. Approfondimenti sui colpi dei migliori giocatori e sulle loro scelte tattiche. Nasce quindi “Il Fantastico Mondo di Federer”, una rubrica che non ha niente a che vedere con tutto questo, a cura di TroppoMeglioWindowsDelMac. Racconto dopo racconto verrà analizzata invece la psicologia dell’unico giocatore di cui abbia senso parlare oggi, Roger Federer, e di come ogni appassionato di tennis dovrebbe porsi nei suoi confronti. Come può una persona amare qualcuno senza avere l’urgenza di distruggere l’oggetto dei suoi sentimenti?! Solo in un mondo puro sarebbe possibile, ma per fortuna non è quello dell’autore. Sarà un percorso difficile, abbiate fiducia e buone letture.

Chi ha seguito Federer nella sua scalata ai vertici del tennis mondiale, si sarà accorto di quanto il campione svizzero non si culli sugli allori del suo pur indiscutibile talento in campo. Dove altri, come ad esempio Guillermo Canas, si limitavano a comparire negli archivi storici in virtù del numero di tornei vinti, Federer ha l’ambizione di rappresentare qualcosa di più nel mondo del tennis: lo scienziato pazzo. Pochi sanno infatti che il campione di Basilea dedica i suoi momenti fuori dai tornei, non solo agli allenamenti e alle conseguenti pizzate, ma anche alla progettazione e realizzazione di prototipi che elevino ancora più in alto la disciplina tennistica. Negli anni, il laboratorio dello svizzero ha dato la luce tanto a nuove avveniristiche racchette in microfibra di carbonio, quanto a calzature ergonomiche auto-adattanti. Ma le invenzioni che l’hanno reso celebre fra gli addetti ai lavori sono tre diversi prototipi di palline, recentemente inseriti nel catalogo ufficiale del prestigioso torneo australiano LaFayette.
Il modello di pallina più celebre è la portentosa Embassy, in poliestere sagomato trasparente. Essa contiene a sua volta la riproduzione in scala 1:10 di una pallina da tennis regolamentare, di colore bianco o giallo (a scelta). Questo torna bene perché l’avversario, potendo vedere solo la riproduzione in scala e non l’involucro trasparente, stima che la pallina sia più distante di quello che è in realtà. Gli appare lontana e invece è a media distanza. Poi pensa che sia a media distanza, e invece è vicina. Quindi pensa che sia vicina, e invece è vicinissima. Quando l’avversario inizia il movimento di apertura del diritto, è allora che dà una piccolissima capata all’interno della pallina e resta come minimo sorpreso. Se questo succedesse una sola volta durante un incontro, l’avversario potrebbe crederla come una propria distrazione. Ma Federer calcola che, per la ripetizione di questo evento punto dopo punto, l’avversario sarà portato in un primo momento a pensare di non essere più capace a giocare, poi di non essere più autosufficiente. Questo lo indurrà a chiudersi in un guscio di depressione, abbandonando prima l’attività agonistica, poi le passioni private, quindi addirittura le persone care, andando infine a morire nel pak.
La seconda tipologia di pallina è la discussa Shakemaker, apparentemente una pallina dalla forgia classica, ma con una sostanziale modifica: all’interno viene inserita una tartarughina appena nata. Letteralmente: il cucciolo viene strappato dal grembo materno ed ermeticamente chiuso nella pallina. La creaturina si sveglia quindi in un mondo disperato e lacerante. Un microcosmo di uno spaventoso bianco assoluto in cui non può muoversi ma è in balia della violenza di due giocatori che nemmeno vede. Essa non sa neanche cosa sia la vita e, nella sua più totale vulnerabilità, vive sensazioni purissime di angoscia, dolore e disperazione. Ad ogni colpo corrispondono contusioni di primo e secondo grado in ogni parte del corpo, più raramente estromissione di linfonodi e organi dovuti all’accellerazione centrifuga. A volte, proprio mentre quella tartarughina s’era un attimo appoggiata con la testa alla parete interna per ripigliare fiato e si sentiva tranquilla, il giocatore impatta la sfera con il bordo della racchetta per uno smash ad’effetto, arrecandole una legnata nel cranio a dir poco supersonica. In tal modo Federer, da sempre attivo animalista, stima che anche se il giocatore avversario vince la partita, poi però va all’inferno perché gli animali non si trattano così.
Terzo e ultimo modello, è la performante Volley 8000. Questa particolare pallina da tennis, c’è poco da discutere, è un pallone da pallavolo fatto e finito. E’ uno strumento prezioso nel caso in cui si desideri giocare nel modo peggiore possibile. Federer ha infatti come suo vezzo personale il gusto di fare il cialtrone e giocare da deficiente, magari accompagnando i suoi colpi con degli strilli da matto. Lo svizzero ama mostrare come, dopo aver colpito la palla con uno dei suoi magistrali diritti, questa ricada a terra a un metro dai suoi piedi, nel silenzio e nell’indifferenza più generale. Date le dimensioni e il peso, poi, per quanto il campione si sforzi di colpire la palla al centro, le vibrazioni sono sufficientemente forti da provocare infiammazioni ai tendini e spesso anche lussazioni. C’è infine da dire che questo tipo di palla è destinato a bucarsi dopo pochi colpi, emettendo il rumore di un lunghissimo e flebile peto che compromette anche quel poco che restava dell’interesse e della pazienza degli spettatori. Questo stile di gioco è fondamentale per deludere il pubblico e distogliere l’attenzione comune dal mondo del tennis, dando così modo al campione svizzero di trovare il tempo per montare la marmitta Polini al suo motorino, andare a trovare sua zia e cercare la borraccina per il presepe.

  1. Il Fantastico Mondo di Federer: Capitolo I, le palline del campione
  2. Il Fantastico Mondo di Federer: Capitolo II, la partita della vita

Lo Sgargabonzi

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