Grande Slam

Gli Slam con gli asterischi

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L’ultimo Roland Garros è stato uno dei peggiori Slam della storia per diversi motivi, uno tra tutti la pioggia che ha caratterizzato l’andamento delle partite fino a cancellare una intera giornata, evento che non accadeva dal 2000. Ma fino a qui tutto è plausibile perché il meteo non si comanda e se il motivo è una delle peggiori perturbazioni che hanno colpito la Francia dal 1873 a questa parte allora non c’è modo di prendersela con gli organizzatori impersonificati nella figura di Guy Forget, ex tennista francese, alla sua prima esperienza come direttore dello Slam parigino e peggio non gli poteva andare.

Ma quello che ha fatto più scalpore facendo ironicamente aggiungere un asterisco alla vittoria finale sono stati altri fattori. Quello più eclatante è stato il ritiro di Rafael Nadal. Il 9 volte campione è stato costretto al ritiro per un problema al polso dopo aver disputato 2 ottimi primi turni e dopo essere sembrato quello più in forma rispetto a tutti gli altri top player. Attesissima era la sfida con Djokovic in semifinale. Molti diranno che Djokovic veniva da 7 vittorie consecutive contro il maiorchino e che non vinceva un set dal Roland Garros 2014, ma proprio in questo Slam, poi vinto da Rafa, il maiorchino veniva da una serie di 4 sconfitte con il serbo, in quella finale tutti credevano che lo spagnolo sarebbe capitolato ma è stato lui a trionfare vincendo l’ultimo Slam della carriera. Questa particolare condizione ha fatto precipitare le quote di una eventuale vittoria finale di Nole che sono scese a 1.44, quota irrisoria dopo 2 turni di uno Slam, Slam che il serbo non aveva mai vinto in carriera.

L’altro pesante asterisco è arrivato nel match che vedeva il numero 1 del mondo contrapposto a Robert Bautista AGUT, un match senza storia sulla carta, ma che il maltempo ha condizionato visibilmente. Il primo set è stato appannaggio dello spagnolo con un Djokovic nervosissimo costretto a capitolare sotto i colpi regolari del geometra iberico. L’interruzione è stata salvifica per Nole che alla ripresa ha inizia a carburare e vincere i successivi parziali, ma le interruzioni sono state ben 3 falsando nettamente il risultato finale e il torneo che ha costretto la parte alta a giocare 4 giorni consecutivi.

Si potrebbero aggiungere altri asterischi a questo Roland Garros 2016, ma nel corso della storia quali sono gli altri Slam che hanno un asterisco tanto da non essere considerati come facenti parte della cerchia dei migliori tornei del mondo? Molto complesso il discorso se viene allargato a tutta la storia del tennis, ma se ci limitiamo alla sola era Open noteremo che ci sono tante sorprese che nessuno si aspetterebbe.

Il primo torneo dello Slam Open della storia è stato il Roland Garros del 1968, un Major a tutti gli effetti in cui per la prima volta da tanti anni a quella parte i migliori poterono finalmente confrontarsi abbattendo la barriera tra professionisti e dilettanti. Da qui nasce il primo Slam con l’asterisco, un asterisco poco meritato perché non è colpa. Stiamo parlando dell’Australian Open 1968 che rimane l’ultimo Slam amatoriale e, come è facile prevedere, non presenta i migliori giocatori al via. Finalmente nel 1969 tutti i tornei dello Slam entrano nel lotto degli Open e i 4 canonici tornei sono realmente i più importanti del mondo dando il giusto valore al Grande Slam di Rod Laver. Rocket Man chiude la più grande impresa che si possa compiere nel tennis e molti cercano di declassarla per diversi motivi: uno dei tanti è che 3 prove dello Slam si giocavano su erba, e fino a qui ci sta, ma quella più ingiustificabile è il fatto che l’australiano non abbia vinto più Slam. Non ne possiamo fargliene una colpa, ma ci sono delle motivazioni storiche ben precise dietro a questa mancanza. Nel 1970 Laver non partecipa agli Australian Open, perché? E’ forse giustificabile l’assenza del detentore del titolo, così, senza motivo, oppure semplicemente Rod era talmente stupido da interrompere la striscia di Slam vinti per un suo vizio e capriccio? Il motivo che sta alla base della sua rinuncia allo Slam di casa è semplicemente che non era uno Slam. L’edizione del 1970 degli Australian Open è uno Slam con l’asterisco. Non ci sono i migliori perché facenti parte della NTL che sono stati bannati (tra cui Laver). I migliori non si presentarono e la testa di serie più alta era Tony Roche. Fu facile così per Arthur Ashe trionfare in terra asutraliana, ma il suo trionfo porta con sé un grosso asterisco. Lo Slam australiano inoltre venne disertato perché sempre nella terra dei canguri si sarebbe giocato un altro torneo ben più importante: si tratta del Dunlop Open di Sydney che presentava un montepremi di $25,000 a differenza dello Slam che aveva un prize money di $10,760, quindi meno della metà. Fu così facile attirare i migliori del mondo e chi vinse? Rod Laver, e chi se non lui? Ecco che il buon Rod continua la sua ideale striscia di vittorie di Major anche nel 1970 non portandosi dietro ingombranti asterischi. Questo parziale strappo fu ricucito nel 1971 con L’ILTF che riuscì a mettersi d’accordo con la WCT togliendo così l’asterisco dall’edizione 1971 degli Australian Open che poi l’avrebbero riacquistato per altri motivi.

Sempre nel 1970 l’asterisco si sposta dall’Australia alla Francia. Archiviato l’ottimo torneo del 1969 con la migliore finale possibile tra Laver e Rosewall, il Roland Garros è costretto a subire la defezione dei giocatori della WCT. Lo Slam parigini è il primo a fare parte del neonato Grand Prix promosso da Jack Kramer, il tennis è in continua evoluzione e molti non sanno che sarà proprio il circuito di Kramer ad avere la meglio su quello di Lamar Hunt, ma in questa prima fase sembra proprio Hunt a fare la voce grossa, risultato: a Parigi mancano Laver, Rosewall, Gimeno, ed Emerson. Ancora una volta Rod non partecipa ad uno Slam pur essendo detentore del titolo, altro punto a suo favore e un altro contro chi lo osteggia come il giocatore che non ha più vinto Slam dopo il 1969. A vincere è Jan Kodes, che nei suoi trionfi più importanti porta sempre un grosso asterisco, ed è forse quello che più di ogni altro viene ricordato per trionfi non proprio cristallini.

Per fortuna i 2 tornei più importanti del mondo: Wimbledon e US Open vengono risparmiati dagli asterischi, almeno per il 1970 e i successi di Newcombe ai Championships e Ken Rosewall a Forest Hills non possono essere ostracizzati.

Come già ricordato l’Australian Open del 1971 è un signor torneo, frutto dell’accordo della Dunlop con la WCT e NTL di $125,000. Invece di giocarsi a Melbourne si gioca a Sydney e non come di consueto a gennaio ma a marzo. Non a caso è ancora Rosewall a trionfare con Laver che questa volta rimedia una magra figura uscendo al terzo turno contro Mark Cox.

L’asterisco rimane fisso in quel di Parigi e chi poteva trionfare se non lui, Jan Kodes, “the asterick man“, che in finale ha la meglio su Nastase. Putroppo per la storia l’asterisco nel 1971, saltato l’intoccabile Torneo di Wimbledon si trasferisce a New York con un altro boicotaggio della WCT che registra per la prima volta uno Slam a stelle strisce monco e asteriscato. Vince Stan Smith su Jan Kodes (lui c’è sempre), ma non ci sono tutti nonostante un tabellone a 128 e il consueto fascino del West Side Tennis Club.

Nel 1972 si scatena l’inferno degli asterischi. I promoter del Grand Prix sono chiari: i giocatori della WCT non possono giocare i tornei del Grand Prix così saltano Roland Garros e l’inviolabile, fino a quel momento, Torneo di Wimbledon. L’Australian Open cerca un sotterfugio per ottemperare a questo ban e anticipa al dicembre 1971 l’inizio dello Slam Down Under, ma non ha gli effetti desiderati e il solo ad andare tra i top player è Ken Rosewall che vince a mani basse con un tabellone facile, facile. A Londra c’è il trionfo di Stan Smith che vince contro il favorito dai pronostici Ilie Nastase. Lo Slam più asteriscato dell’anno è il Roland Garros con un field pessimo. Qui mancano proprio tutti e finalmente Andres Gimeno può coronare il sogno di vincere lo Slam sulla terra battuta, nessuno si ricorda della sua vittoria a Barcellona del 1966, torneo di ben altro spessore rispetto a questo Slam pacco, ma nell’albo d’oro dello Slam parigino c’è lui e nessuno gli potrà mai togliere questa soddisfazione. Finalmente tutti ritornano agli US Open e Ilie Nastase può trionfare nell’unico Slam del 1972 senza macchia.

Dal 1973 inizia un periodo buio per gli Australian Open che lo caratterizzeranno per più di un decennio, fino al 1988 quando rientrerà a buon diritto sullo stesso livello degli altri Slam, ma in questo medioevo lo Slam australiano sarà un torneo pessimo a partire proprio dal 1973 con un tabellone a 56 giocatori e nessun top player ai blocchi di partenza.

Nel 1973 a Wimbledon c’è lo Slam, e per estensione il torneo, più asteriscato della storia del tennis. Nel maggio di quell’anno lo jugoslavo Nikola Pilic era stato sospeso dalla sua federazione per non aver risposto ad una convocazione in Nazionale di Davis dove la Jugoslavia era impegnata contro la Nuova Zelanda. La sospensione iniziale di 9 mesi approvata anche dalla ILTF, la federazione internazionale, venne ridotta ad un mese ma questo non gli permise di partecipare ai Championships. Questo provocò la reazione veemente della neonata associazione dei giocatori, l’ATP, che decise di boicottare l’evento e ben 81 top player non presero parte alla manifestazione compreso il detentore del titolo Stan Smith. Solo tre giocatori dell’ATP non boicottarono, questi furono: Ilie Nastase, Roger Taylor e il meno famoso Ray Keldie. Nonostante questa incredibile defezione il torneo londinese fece registrare il record di spettatori (in realtà al 2° posto nella storia). Questo fa capire come molto spesso è il torneo ad essere importante e non i tennisti. D’altronde un famoso spot di orologi di lusso dice:”The champions don’t make The Championships, but the Championships make the champions“. Il risultato di tutto questo fu la vittoria di Jan Kodes e della foto in copertina che sembra provenire da una realtà parallela.

Dal 1974 la Triple Crown, ossia il Roland Garros, Wimbledon e US Open non avranno più defezioni tanto importanti da poter essere declassati, fa caso a sè lo Slam parigino che prima per la vicenda Connors e poi per la rinuncia di Borg del 1977 perderà qualche pezzo importante ma non tanto da sprofondare come successe agli Australian Open che si ripresero definitivamente lo scettro di 4° Slam a tutti gli effetti solo dal 1988 in poi.

La speranza è che non ci possano essere altri tornei con l’asterisco al di là della battuta che rimane solo una boutade, ma le peggiori verità si dicono scherzando.