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A ciascuno il suo torneo: Nadal, principe di Monte Carlo – Parte I

Se c’è un torneo che è stato dominato da un tennista questo è il Torneo del Principato di Monaco. Ok il Roland Garros, ma quella è un’altra storia. A Monte Carlo Nadal si è presentato al mondo nel tennis che conta riuscendo nella grandissima impresa di vincere un torneo così importante per 8, e dico 8 edizioni consecutive che oggi rimane record all-time a meno di considerarne altri molto molto marginali e dell’era pre-Open.

L’esordio di Rafacito nel Masters del Principato arriva nel 2003, allora Nadal era solo un ragazzino, un ragazzino terribile che aveva bruciato le tappe per trovarsi lì. Egli stesso dirà che in quel periodo era iper-attivo non solo in campo, ma anche fuori. E ce ne siamo accorti. Non sarà dotato della tecnica di Federer, il suo gioco non è elegante come i serve&voller del passato, ma la grinta è talmente tanta che basta per distruggere i suoi avversari sul piano fisico e quale migliore superficie se non la terra battuta per esprimere questo fuoco che brucia dentro? L’avventura all’esordio finisce con la sconfitta contro Guillermo Coria, un vero specialista del clay, forse l‘ultimo interprete di questo paradigma che negli anni ’90 era così di moda. Da lì in poi Rafael avrebbe talmente dominato sul rosso da non permettere a nessuno di potersi definire terraiolo. Prima della sconfitta con Coria, forse uno dei più grandi a non aver vinto il Roland Garros, c’era stata la straordinaria vittoria contro Albert Costa questo sì vincitore a Parigi. E’ una vittoria storica ed è qui che nascerà il mito di Nadal matator al Bois de Boulogne. E’ lo stesso Coria, dopo la vittoria sul teenager terribile a dire la sua:”Nadal mi ha imbrigliato in un gioco che non era il mio, non sapendo esattamente che tattica usare contro di lui“. E se lo dice El Mago c’è da crederci.

Purtroppo nel 2004 Nadal non può essere a Monaco. Un terribile infortunio al piede sinistro gli preclude la partecipazione a tutti i tornei europei sul rosso compreso il Roland Garros, dove fino a quel momento non ha disputato nessuna partita. Peccato. Ma si sarebbe rifatto con gli interessi.

E’ nel 2005 che inizia il filotto reale. Il 2005 è l’anno di Nadal, l’anno che lo lancia definitivamente nel tennis che conta e che lo contrapporrà al ben più talentuoso e affermato Federer. Roger poteva dominare anche sul rosso, ma sarà proprio il rivale storico a toglierli tante e tante soddisfazioni su questa superficie. Il 2004 è alle spalle e Rafa ha ormai l’esperienza necessaria per presentarsi davanti agli avversari e annichilirli. In questa edizione è la tds 11, ma tutti quelli che gli stanno davanti sono abbondantemente dietro di lui a livello di gioco e tenuta atletica. Incredibile è il suo cammino verso la finale con vittorie nette contro Gael Monfils –  allora solo un ragazzino –  contro Malisse prima e Oliver Rochus dopo. 3 avversari molto abbordabili. Ma nei quarti di finale c’è Gaston Gaudio, El Gato vincitore della precedente edizione del Roland Garros: spazzato via, 6-3 6-0 e tutti a casa. La semifinale a sorpresa è contro Richard Gasquet, anche lui giovane talento, che aveva vinto contro Federer nel turno precedente battendo il numero 1 indiscusso del mondo salvando match point. Questa è l’unica partita in cui Rafa soffre, lo farà anche in finale, ma in maniera diversa. Il Nadal visto contro Guillermo è completamente diverso da quello del 2003. Alla grande tenuta atletica e alla spinta propulsiva eccezionale si aggiunge anche una maturità tecnica che gli mancava. I primi 2 set sono di manca spagnola e sembra che l’incontro stesse per concludersi lì. 6-3 6-1 e sipario che sta per calare (la finale si giocava al meglio dei 5 set). All’improvviso di spegne la luce manacoriana, e si rivede a tratti il Nadal della finale di Miami che contro Federer aveva ceduto di schianto nel 5° parziale. Duro da digerire è il 6-0. Ma basta resettare il radar per rimettere tutto al suo posto. Rafa mette le bottigliette al loro posto, un posto dettato da precise regole geometriche e mette tutta la sua garra in campo. Scappa avanti 4-1 con 2 break, ma Coria non ci sta e anche lui decide di mettere in mostra il suo tennis spettacolare condito da dropshot ed ace. Si arriva fino al 5 pari. Ma 5 unforced consecutivi argentini consegnano il 1° Masters a Nadal che diventa il 2° più giovane a vincere un titolo in questa categoria dopo Michael Chang vincitore in Canada nel 1990.

Nel 2005 era stato una sorpresa ma nel 2006 è stata una conferma. Con la vittoria nel Principato Nadal aveva iniziato “The Streak” su clay che sarebbe arrivata fino ad 81 vittorie e nel 2006 non ci possono essere sconfitte. Questa volta è il numero 2 del mondo dietro solo a Federer che ha vinto tutto, ma mancano solo 3 pezzi pregiati alla collezione: Monte Carlo, Roma e Parigi. I primi 2 non arriveranno mai, il 3° sì. Ma questa è un’altra storia. L’esordio è contro Arnaud Clement, un 6-4 6-4 facile, ma quello che ci interessa sono le parole del campeon:”La cosa peggiore è giocare troppo difensivamente, io ho bisogno di giocare con maggiore intensità ed essere aggressivo. Se faccio questo tutto andrà per il meglio perché ho un buon tocco“. Che parole precise e decise per un ragazzino di 19 anni. Il cammino è facile fino ai quarti finale. La wilcard locale Lisnard non può essere un pericolo, anche nel turno precedente ha battuto un ragazzino di cui si sentirà parlare più avanti: tale Andrew Murray, detto Andy. Vliegen non è un problema e ai quarti di finale c’è ancora Guillermo Coria. Nell’anno precedente c’era stata partita, ma quest’anno semplicemente no. Ormai Nadal è a livelli inarrivabili per El Mago che dà lì a poco avrebbe perso tutto il suo potere sulla terra battuta. Facile 6-2 6-1. Nadal parte sotto 0-2 per infilare 11 game consecutivi. Mostruoso. C’è pure Gaston Gaudio, El Gato, nel cammino verso il 2° titolo. Anche lui ha già dato tutto quello che aveva. I precedenti dicevano 5-3 per l’argentino tutti sulla terra battuta, ma ormai le gerarchie sul clay sono girate. Ottimo è il rovescio di Gaston, ma il dritto di Nadal non perdona. Tanto per essere completi diciamo che con questa vittoria Nadal porta a 40 le vittorie consecutive sulla terra battuta. In finale si concretizza una delle tante puntate dell’incubo per i Federer fans. Per quante volte Roger si trovi davanti nel punteggio Nadal riesce a recuperare l’impossibile. Lascia per strada solo un set, il 2° al tiebreak. Il titolo va di nuovo a Manacor, ma l’impressione che dà la finale è che sulla terra battuta lo svizzero pluri-vincitore Slam dovrà fare sempre e comunque i conti contro El Toro.

Dopo la vittoria del 2° Roland Garros e della striscia di vittorie consecutive su clay che continua a crescere si comincia a parlare di “King of the Clay“. Mai soprannome fu così azzeccato. Ma ancora non siamo neanche a metà dell’opera. 2007. Il duopolio Federer-Nadal ha ormai contaminato tutto il circuito, però c’è un problema strutturale non da sottovalutare. Il circuito è fatto al 75% da superfici veloci dove domina lo svizzero, l’altro 25% è fatto di terra battuta dove domina il maiorchino. Semplice. Tutti sono convinti che Nadal possa far bene anche fuori dal rosso e la finale di Wimbledon 2006 non è arrivata a caso, e Federer? Può fare bene sulla terra battuta? Certamente, ma prima deve passare sul cadavere del numero 2 del mondo. Così l’edizione 2007 del Masters di Monte Carlo non può che essere una corsa a 2. Anche Roger è diventato infallibile sul mattone tritato e spezza le ali ai residui di terraioli rimasti sul circuito. Roger arriva in finale senza perdere un set lottando solo contro Juan Carlos Ferrero in semifinale, ma senza faticare troppo. Nadal imita il suo rivale ma con un tocco di classe in più. In semifinale distrugge Tomas Berdych che imbarca un parziale di 6 giochi a 0 in 23 minuti. Tommasino è ancora un ragazzino, ma ci sono tante speranze in lui, soprattutto sul veloce. Non sarà un fallimento totale, ma in quell’anno le prospettive erano ben diverse. La finale di Roma 2006, l’epica finale di Roma 2006 durata più di 5 ore aveva convinto l’ATP ad abolire il 3 su 5 nell’atto conclusivo dei Masters avvantaggiando i tennisti ma togliendo pathos alla partita decisiva che con il 2 su 3 perde inevitabilmente in partenza. Così la finale diventa un monologo facile per lo spagnolo di Manacor che in 95 minuti si sbarazza di Federer. Il punteggio è molto bugiardo: il 6-4 6-4 non dà giustizia ad un dominio assoluto, senza storia. Rafa ha dovuto fronteggiare solo 3 palle break e ha piazzato i 2 break ferali sul 4 pari del 1° parziale, e sull’1 pari del 2°. Rafa vince così per la 3a volta il Masters di Monte Carlo eguagliando un grande terraiolo del passato come Ilie Nastase vincitore dal 1971 al 1973. Federer continua a perdere terreno negli H2H che lo perseguiteranno per tutta la carriera. Fino a quel momento sono 7-3 Nadal, e 5-0 sulla terra battuta. Con questa vittoria Rafa sale a 67 vittorie consecutive sulla terra battuta e Vilas è solo un ricordo. Federer non può far altro che applaudire:”Congratulazioni a Rafa, quello che ha fatto è stato fantastico“. Ma non si lascia per perso:”Troverò a batterlo a Roma, Amburgo e a Monte Carlo il prossimo anno“. Parole profetiche (ma fino ad un certo punto).

Quasi sicuramente è nel 2008 che Nadal esprime il suo miglior tennis su terra battuta. Ci sarà il 2010 dove completerà, 1° nella storia, il cosiddetto Slam rosso: 3 Masters su terra + Roland Garros, ma il suo tennis in quell’anno è stato inferiore, di poco, ma inferiore a quello del 2008. Ormai il copione è chiaro: quando si arriva sul rosso europeo l’uomo da battere è Nadal. Battuto da Federer ad Amburgo l’anno prima in finale, non percorre più la streak, ma questo è valido solo per le statistiche perché la fame non è finita e la mania di mordere coppe neppure. Il duello a distanza è sempre quello: il numero 1 del mondo contro il numero 1 della terra battuta. Forse nel 3 su 5 di Parigi Rafa è imbattibile da chiunque soprattutto da Roger, ma nella distanza breve c’è speranza e Amburgo 2007 non è arrivato per caso. Ancora una volta i 2 rivali si ritrovano in finale, ma con percorsi diversi. Lo svizzero ha lasciato per strada 2 set, uno contro Ramirez-Hidalgo e l’altro contro l’eterno incompiuto David Nalbandian. Il campione Slam australiano Novak Djokovic ha resistito solo un set in semifinale per ritirarsi nel 2°. Nadal è un rullo compressore e non ha pietà di niente e di nessuno. Fa fuori Ancic poi  i connazionli Ferrero e Ferrer (assonanza casuale) e si prende la rivincita contro Davydenko che lo aveva battuto a sorpresa nella finale di Miami. In finale i favori del pronostico sono per il maiorchino e non vengono smentiti. A differenza dell’anno precedente c’è più partita. Nadal subisce 4 break ma ne infila 6 sprecando una sola palla break. Risultato: 7-5 7-5 che fa il paio con il 6-4 6-4 dell’anno precedente. Nadal arriva così a 4 titoli consecutivi a Monte Carlo eguagliando un vecchissimo record appartenente al Capitano (quello vero) Antony Wilding vincitore dal 1911 al 1914.

Continua…